Il Parlamento UE ha votato contro la proposta di Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale, ossia l’atto normativo di indirizzo comunitario che avrebbe dovuto riformare l’impianto della proprietà intellettuale (copyright) in particolare per i temi di internet.
Le due disposizioni della Direttiva che hanno dato luogo alla discussione più accesa sono state l’art. 11 e l’art. 13.
La prima norma (art. 11: Protection of press publications concerning digital uses) prevedeva che gli Stati Membri concedessero agli editori di stampa il diritto di ottenere, con scadenza di 5 anni e senza effetto retroattivo, una “fair and proportionate remuneration”, ossia una giusta e proporzionata remunerazione, per l’utilizzo digitale delle proprie pubblicazioni di stampa da parte dei fornitori della società dell’informazione.
Sarebbero stati comunque salvi gli usi non commerciali e quelli privati, nonché i meri hyperlink. Gli autori avrebbero poi dovuto ricevere una quota appropriata di tali incassi.
L’altra norma (art. 13) avrebbe imposto ai provider di implementare nelle proprie piattaforme una funzione di “Content ID” al fine di impedire l’inserimento da parte degli utenti di materiale coperto da copyright.
Non appena si è concretizzato il voto negativo in Parlamento, molte piattaforme hanno esultato e Wikipedia (che aveva serrato oscurando il proprio sito) ha riaperto i propri contenuti online.